Mobile con alzata in legno di noce a due ante.
L’anta della parte bassa incorpora una formella antica lavorata a parquet a motivo geometrico in legni di venatura a colori diversi.
L’anta della parte alta nasconde un ripiano estraibile e mensole che gli assegnano l’utilizzo a bar.
CM. 70 X 40 H. 197
€ 4.600 prezzo scontato € 3.220
IL TRUMEAU
Termine francese usato per definire un mobile a doppio corpo, con la parte inferiore a cassetti e la parte superiore a due sportelli all’interno dei quali generalmente trova posto una “gabbietta” costituita da sportelli, ripiani e nicchie. La parte alta del mobile termina con una cimasa di diverse fatture che ne determina la provenienza.
Il trumeau fa la sua comparsa a Venezia nel ‘700 ed è il mobile che più di ogni altro esprime il gusto “rococò” ed era considerato il mobile più importante nell’arredamento del ‘700 italiano.
Il trumeau veniva costruito con legni dolci (abete in Veneto, pioppo in Lombardia) e rivestito con lastronature di legno di noce, di castagno, radica, filettato con bois de rose e a volte impreziosito con altri legni e materiali pregiati.
A Venezia questo mobile veniva eseguito in dimensioni contenute perché i salotti dei palazzi veneziani non sono mai stati ampi; in Lombardia invece acquistò ben altre imponenti dimensioni.
La moda del trumeau fu seguita, anche se in ritardo, in altre regioni italiane e europee che hanno dato al mobile linee diverse caratterizzandone l’origine e il periodo.
Particolare è il trumeau olandese che veniva eseguito con forme panciute e finemente intarsiato con legni di frutto in composizioni floreali.
IL TRUMEAU
Termine francese usato per definire un mobile a doppio corpo, con la parte inferiore a cassetti e la parte superiore a due sportelli all’interno dei quali generalmente trova posto una “gabbietta” costituita da sportelli, ripiani e nicchie. La parte alta del mobile termina con una cimasa di diverse fatture che ne determina la provenienza.
Il trumeau fa la sua comparsa a Venezia nel ‘700 ed è il mobile che più di ogni altro esprime il gusto “rococò” ed era considerato il mobile più importante nell’arredamento del ‘700 italiano.
Il trumeau veniva costruito con legni dolci (abete in Veneto, pioppo in Lombardia) e rivestito con lastronature di legno di noce, di castagno, radica, filettato con bois de rose e a volte impreziosito con altri legni e materiali pregiati.
A Venezia questo mobile veniva eseguito in dimensioni contenute perché i salotti dei palazzi veneziani non sono mai stati ampi; in Lombardia invece acquistò ben altre imponenti dimensioni.
La moda del trumeau fu seguita, anche se in ritardo, in altre regioni italiane e europee che hanno dato al mobile linee diverse caratterizzandone l’origine e il periodo.
Particolare è il trumeau olandese che veniva eseguito con forme panciute e finemente intarsiato con legni di frutto in composizioni floreali.
Tavolino da salotto rettangolare in stile “Luigi XVI”
in legno laccato avorio con applicazioni argentate e dorate. Piano in cristallo molato.
cm. 95 x 60 h. 47
€ 1.600 , prezzo scontato € 1.200
TAVOLINO RETTANGOLARE IN STILE “LUIGI XVI” IN LEGNO DI NOCE CON INTARSI IN BOIS DE ROSE,
PIANO IN CRISTALLO MOLATO E CASSETTO TAPPEZZATO IN BOURETTE AVORIO
CM. 105 X 55 H. 53
€ 1.350 PREZZO SCONTATO € 1.000
La parola CERAMICA racchiude nel suo significato tutti i tipi di terracotta.
Per la terracotta artistica, negli oggetti da interno, viene usata la terra ad effetto travertino, la terra di maiolica o la terra bianca, ma anche la terra di galestro che è rossa.
Le terre vengono plasmate esclusivamente a mano, poi cotte ad una temperatura tra gli 880/980° C. Sottoposte poi alla finitura: lavorazione lunga e delicata che consiste nell’ultimare l’oggetto con molti passaggi di cere, patine, smalti, oro e in alcuni oggetti anche decorazioni.
La porcellana Capodimonte è l’esempio più alto e perfetto nel campo della ceramica artistica italiana, per la maestria della realizzazione e la cura dei particolari.
Il nome “Capodimonte ” è essenzialmente legato alla città di Napoli e, più in particolare al Regno di Carlo III di Borbone che fece costruire sulla collina di Capodimonte una fabbrica di porcellane che possa eguagliare la gloria delle migliori fabbriche europee.
La produzione, prima identificata con il giglio borbonico e in seguito, con Ferdinando IV, con la famosa N coronata, termina attorno al 1820.
Parte dei modelli e delle forme viene acquistata dalla Doccia poi Richard-Ginori.
Nel periodo tra le due guerre mondiali, l’area di Napoli mantiene prevalentemente la produzione dei fiori; mentre attorno a Milano e nel Veneto, questa tradizione riprende slancio e alimenta soprattutto la tradizione della statuina.
Gli scultori più affermati in questo campo sono Borsato, Cappé e Merli.